La BYD Seal U DM-i è il primo modello non elettrico del colosso cinese destinato all’Europa. Gli ingombri e le forme di questa grande crossover ibrida plug-in sono quelli della “gemella” a corrente Seal U: di fatto, l’unica differenza consiste nelle sottili feritoie nel paraurti per raffreddare il 1.5 a benzina. Lo stile della carrozzeria è elegante, con un muso spiovente e arrotondato, sottili fari full led a forma di “C”, fianchi ben scolpiti e il lunotto, piccolo e inclinato, contornato dal generoso spoiler nel tetto e da un accenno di coda; sottili fanali si estendono per tutta la larghezza del portellone.
La BYD Seal U DM-i è offerta in due versioni, entrambe full optional (di serie, oltre ai più sofisticati sistemi di assistenza alla guida, ci sono lussi come il tetto scorrevole di vetro e i sedili anteriori ventilati, oltre che riscaldabili): la Design, con un motore a corrente per ciascun asse (che garantisce la trazione 4×4) e un 1.5 turbo a benzina da 128 CV, per una potenza combinata di 319 CV, e la Boost a trazione anteriore del nostro test, mossa dall’accoppiata tra un motore elettrico da 194 CV e un 1.5 senza turbo che ne fornisce altri 96; 218 i CV combinati. Per entrambe la batteria è di 18,3 kWh; se ben carica, l’auto promette di muoversi a zero emissioni per 70 km nel caso della versione a trazione integrale e per una decina di chilometri in più nel caso della versione meno potente. Non male le prestazioni in ricarica: la “pila” accetta una potenza massima di 11 kW in corrente alternata e di 18 kW alle meno diffuse colonnine rapide in continua (alle quali, spesso, le plug-in non possono accedere perché non attrezzate); in quest’ultima situazione, secondo la casa, occorrono 35 minuti per passare dal 30 all’80% della carica. Nel prossimi mesi potrebbe arrivare anche la Comfort: identica alla Boost, ha una “pila” da 26,6 kWh e un’autonomia in elettrico “ufficiale” di 125 km: un record.