Una Maserati da tutti i giorni. Questa è forse la vocazione più limpida della Grecale: più compatta, agile, versatile e – non da ultimo – accessibile della più grande Levante. Se quest’ultima ha una forbice di prezzo tra gli 87 mila e i 161 mila euro, la sorellina parte da 76.470 euro per fermarsi a 114.950: dall’allestimento d’ingresso GT a quello al top Trofeo. L’inedito modello segna l’ingresso per il marchio modenese nella fascia delle Suv di medie dimensioni di categoria luxury. “Un’auto per noi fondamentale”, riassume il responsabile del Product planning, Francesco Tonon, “anche dal punto di vista dei volumi, poiché rappresenterà circa il 40% del totale”. Andiamo a conoscerla, allora, questa nuova protagonista della scena italiana delle ruote alte di prestigio.
La taglia. La Grecale si pone a metà strada tra la cuginetta Alfa Romeo Stelvio, dalla quale – è un segreto di Pulcinella – mutua la piattaforma, e la sorella Levante: rispetto alla prima è più lunga di quindici centimetri, per un totale di 485; della seconda più corta all’incirca di altrettanto (16 centimetri, per la precisione). Il passo raggiunge i 2 metri e 90 centimetri (otto in più rispetto alla Stelvio), a tutto vantaggio dell’abitabilità posteriore. Già che ci siamo, diamo le altre misure: larghezza, specchietti esclusi, 1,98 e altezza da 1,66 a 1,67 secondo le combinazioni di cerchi e gomme (235/55 R19 per la GT; 255/45 R20 anteriori e 295/40 R20 posteriori sull’allestimento intermedio Modena, e, infine, 255/40 R21 e 295/35 R21 davanti e dietro sulla Trofeo). Il peso omologato supera di qualche chilo le due tonnellate per la Trofeo, si ferma a 1.870 chili per la GT, passando per i 1.895 della Modena. Quanto al bagagliaio, la capacità massima è di 570 litri (535 nelle versioni ibride, per via dell’ingombro della batteria).
Il design. Qualcuno, guardando il frontale, avrebbe maliziosamente insinuato che ricordi quello della Ford Puma. Beh, luci verticali e cofano spiovente avvicinano un po’ gli approcci adottati dai due costruttori, ma qui l’ispirazione è chiaramente e dichiaratamente la MC20, la sportiva a motore centrale che, al suo debutto nel 2020, ha riscritto le regole dello stile Maserati: addio ai fari allungati in orizzontale, raccordati alla mascherina, e ai cofani scolpiti, solcati da nervature decise. Benvenute superfici levigate, mosse prevalentemente da variazioni nella distribuzione della luce, cofano piatto, fari a sviluppo verticale ben distanziati da una griglia che risulta più bassa e di nuovo disegno. Prendete questi canoni, riproporzionateli alle dimensioni di una sport utility e avrete la Grecale. La fiancata corre pulita e sfuma in una spalla il cui muscolo è più tonico che palestrato, sicuramente immune da estrogeni. La linea del padiglione scende dolcemente verso la coda raccordandosi al lunotto abbastanza inclinato e a un montante posteriore che rispetta la tradizionale forma trapezoidale, con l’immancabile fregio del tridente. La silhouette è sicuramente slanciata ed elegante, ma se c’è una sfumatura su cui si può eccepire è che l’allungamento del passo rispetto all’Alfa Stelvio le toglie un po’ di quell’atletica compattezza che caratterizza invece la Suv del Biscione.