La crossover di medie dimensioni (439 cm la lunghezza) del marchio americano ha un aspetto elegante (sembra una Grand Cherokee in scala ridotta) ed è confortevole: gli interni sono accoglienti e le sospensioni filtrano efficacemente le sconnessioni della strada. La posizione di guida rialzata è comoda e ben regolabile, mentre i comandi sono pratici. Riuscito anche il sistema multimediale con molte funzionalità (intuitive da utilizzare) e l’ampio schermo in alto nella consolle. Meno convincente il baule, che non è dei più capienti e nemmeno dei meglio accessibili. Manca anche almeno un portaoggetti refrigerato nell’abitacolo. Proposta a due o a quattro ruote motrici, la Jeep Compass si lascia guidare con facilità (leggero lo sterzo, preciso il cambio), è sicura (ok la tenuta di strada) e ha una buona maneggevolezza. Inoltre, con 22 centimetri di “luce” fra il fondo dell’auto e il suolo, si possono affrontare terreni molto sconnessi. Migliorabile, però, l’efficacia dei freni.
Il 1.6 diesel offre bassi consumi e prestazioni vivaci; silenziosi e fluidi i motori a benzina, ma tenendo conto della spesa per il carburante li suggeriamo solo a chi fa un uso sporadico dell’auto, oppure vuole il cambio automatico. Già le Longitude hanno di serie tutto l’indispensabile: dal climatizzatore (manuale), alla radio col Bluetooth, fino a sistemi di aiuto alla guida come l’avviso di deviazione involontaria dalla propria corsia e il cruise control. Di serie anche i sensori posteriori di distanza: utili, considerata la modesta visibilità posteriore. La più costosa Limited aggiunge il climatizzatore automatico bizona, il cruise control adattativo, i fari bixeno e il sistema di frenata automatica d’emergenza. Inoltre, è l’unica a proporre come optional il navigatore (nel pacchetto Infotainment).