La necessità storica di avere una Suv in gamma, ha spinto l’Alfa Romeo a rispolverare alcuni concetti già espressi con la Kamal del 2003 (Salone di Ginevra) idealmente traslandoli in un’altra, superiore, categoria. La Stelvio, la prima sport utility di serie del Biscione, fa quindi il suo ingresso in uno dei segmenti più difficili del mercato sgomitando per ritagliarsi un suo spazio tra Audi Q5, BMW X4, Jaguar F-Pace e Porsche Macan. Un confronto che ha permesso alla vettura italiana di farsi apprezzare per le indiscutibili doti stradali dove tenuta, sicurezza e piacere di guida sono a livelli molto elevati a prescindere dalla trazione che può essere posteriore o a quattro ruote motrici. Una Suv davvero bella da guidare, che dissimula molto la postura alta del corpo vettura avvicinandosi, nel comportamento, a quello di una berlina, coadiuvata in tutto questo da uno sterzo preciso e pronto. Ma se sulle doti dinamiche non ci sono dubbi, sulla Stelvio del debutto, quella del 2017 qualche perplessità invece l’aveva generata la dotazione di accessori e la funzionalità del sistema infotainment, manchevolezze che sono state corrette con la model year 20.
Come va. A bordo della Stelvio si sta seduti abbastanza in alto (64 cm dal suolo) e la forma indovinata del sedile e la giusta consistenza amplificano le sensazioni positive. La plancia è ben realizzata e a partire dal model year 2020 anche maggiormente curata nei dettagli rispetto alle vetture del debutto, così come il resto degli arredi interni. Insomma, in Alfa Romeo non sono stati con le mani in mano e hanno migliorato il prodotto. Lo spazio generale per gli occupanti è buono mentre sul divano posteriore in tre si sta piuttosto strettini: come altre concorrenti, è perfetta per quattro persone. Non molto grande il bagagliaio, ma dalla forma ben sfruttabile. Impugnato il volante e affrontate le prime curve, la Stelvio sfodera tutto il suo repertorio. Tutta la vettura risponde ai comandi in modo preciso e rapido e anche ad alta velocità si può contare su una stabilità notevole che infonde grande sicurezza. Da lode anche l’impianto frenante e il bello è che queste caratteristiche non cambiano a seconda del tipo di trazione scelto. I motori, sia i turbobenzina sia i turbodiesel sono brillanti e assicurano accelerazioni e riprese vigorose. Soltanto il primo lamenta un aumento deciso del consumo se si decide di spremerlo a fondo. E per finire un’altra nota: a una vettura con queste doti di guida magari talvolta gli si perdona qualche carenza in termini di confort. Non è il caso della Stelvio: la suv del Biscione assorbe le sconnessioni dell’asfalto con sorprendente disinvoltura e isola molto bene l’abitacolo dalla rumorosità esterna.